La fisioterapia neonatale si prende cura dei pazienti più piccoli in termini di età, quindi dei neonati e dei bimbi fino ai 3 anni. Pure se così minuti e all’inizio della loro esistenza, anche loro possono necessitare dell’aiuto del fisioterapista per patologie transitorie o croniche che, a loro volta, possono essere semplici o complesse a seconda del problema.
Infatti si possono trattare neonati per stimolare il corretto allineamento di un segmento corporeo (che può essere, ad esempio, secondario a un mal posizionamento del feto durante la gravidanza, come nel "piede torto congenito") o per stimolare un ritardo di motricità oppure, ancora, andando su un fronte più complesso e cronico, per affrontare e riabilitare una delicata circostanza clinica in cui vi è una patologia neurologica o internistica. Questo tipo di riabilitazione richiede una specifica formazione post diploma. Molte e diverse possono quindi essere le affezioni che richiedono l’intervento del fisioterapista su indicazione del medico pediatra. A puro titolo esemplificativo, si ricordano alcune patologie:
Ognuna di queste patologie deve essere attentamente valutata dal fisioterapista che dovrà personalizzare il percorso riabilitativo tenendo conto della storia del neonato, delle cause che hanno portato alla richiesta del trattamento di fisioterapia, così come dei diversi tempi di recupero dei singoli pazienti.
È quindi indispensabile che il fisioterapista collabori e si confronti costantemente con il medico pediatra e, se necessario, anche con altre figure professionali, oltre che chiaramente con i genitori.
Nei casi in cui si renda necessario un più lungo periodo riabilitativo si parla di “follow up neonatologico”, ossia di visite ed esami a intervalli di tempo prestabiliti per monitorare costantemente i progressi del bambino sia a livello motorio che cognitivo ed emotivo.
Quando necessaria, la fisioterapia neonatale è di grande importanza perché il neonato è in piena crescita e sviluppo sul piano psicofisico, quindi anche sul piano muscoloscheletrico, propriocettivo e coordinativo.
L’approccio fisioterapico stimola pertanto un corretto sviluppo primariamente motorio e coordinativo nella prima fascia di età, senza mai dimenticare che l’essere umano che oggi è neonato, domani sarà adolescente e, infine, diverrà persona adulta.
Questo significa che la fisioterapia, così come la intendiamo solitamente per “i grandi”, non può essere applicata in ugual maniera ai neonati, in quanto questi non sono degli adulti in miniatura, ma devono essere considerati (e conseguentemente trattati) come delle persone che hanno delle specifiche esigenze legate, non solo all’età, ma anche al fatto che si trovano in una fase di continua crescita e di costante cambiamento, sia a livello fisico che cognitivo.
Lo sviluppo del neonato avviene sostanzialmente tramite la conoscenza del mondo esterno: l’esplorazione e, più in generale, qualsiasi movimento, gli permettono di prendere coscienza, di apprendere e di conoscere, non solo gli spazi “esterni”, ma anche il suo corpo. Proprio per questo il fisioterapista specializzato in questo campo deve considerare il neonato nella sua globalità, facendo una valutazione degli apparati neuro-psico-motorio e respiratorio, favorendo così il bambino nella scoperta e nell’utilizzo delle proprie abilità.
La seduta di fisioterapia neonatale, nel pieno rispetto dei bisogni e delle tempistiche del bambino, deve trasformarsi in un momento ludico e divertente per il neonato e per tutti i piccoli pazienti che, attraverso il gioco, compiranno dei veri e propri esercizi mirati al miglioramento delle proprie abilità.
Secondo il caso, gli obiettivi da raggiungere possono essere:
Sarà compito del fisioterapista insegnare ai genitori i corretti “giochi-esercizi” da far compiere a casa al bambino, esercizi che serviranno non solo a fortificare e consolidare i risultati raggiunti ma anche a migliorare la relazione con i genitori, permettendo loro di affrontare le situazioni di vita quotidiana intervenendo correttamente in caso di anomalie del movimento.