La fisioterapia in età scolare: il miglior alleato per crescere bene

La fisioterapia dell’età evolutiva ha come obiettivo la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle patologie motorie, ortopediche e reumatologiche, sia congenite che acquisite, dei pazienti più giovani. La fascia d’età di riferimento è quella che va dai 6 ai 18 anni circa, ossia quella che è interessata dallo sviluppo fisico e dalla crescita più importanti.

La fisioterapia nell’età evolutiva interviene sia in casi traumatici dovuti a incidenti e infortuni, (tipo fratture, distorsioni, etc.), che in patologie congenite o genetiche (come paralisi cerebrali, distrofia di Duchenne, atrofia spinale, etc.), anche se il suo maggiore ambito di riferimento, per numero di casi trattati e per frequenza della problematica, rimane quello legato alla correzione di atteggiamenti anomali della postura (paramorfismi e dismorfismi).

Pertanto l’intervento del fisioterapista per pazienti in età scolare risulta molto utile per trattare:

  • Scoliosi e altre alterazioni delle curvature delle colonna vertebrale (tipo: l’iperlordosi e l’ipericifosi);
  • Vizi posturali;
  • Accorciamento di strutture molli (tipo: retrazioni al tendine d’Achille);
  • Piede piatto e il piede cavo;
  • Sindrome di Osgood-Schlatter;
  • Patologie neurologiche;
  • Esiti da traumi, spesso da gioco, tipo distorsioni, contusioni, fratture, etc.

Scoliosi, ipercifosi e iperlordosi: cosa sono e come riconoscerle

Se è vero che una delle più grandi conquiste dell’uomo è stata la posizione eretta, è altrettanto vero che la vita moderna sta mettendo duramente alla prova la nostra colonna vertebrale con posture ricorrenti scorrette e abitudini di vita sbagliate che vanno a inficiare non solo il suo benessere ma addirittura quello di tutto l’organismo.

Per farsi un’idea si pansi alla cattiva alimentazione, causa d’obesità, come pure ad atteggiamenti ricorrenti sbagliati, come portare lo zaino su una sola spalla, tenere a lungo inclinata la testa per guardare smartphone, tablet, computer o per giocare con i videogiochi, tutti gesti che arrecano un sovraccarico di alcune zone del corpo, causando cattive posture e, quindi, dei gravi disequilibri a livello muscolo scheletrico.

Ogni volta che ci troviamo di fronte ad alterazioni posturali e a un conseguente disallineamento dei segmenti scheletrici dobbiamo saper distinguere le condizioni dove il mancato allineamento della colonna vertebrale è, sul fronte terapeutico, potenzialmente del tutto reversibile (ambito dei “paramorfismi”) da quelle solo parzialmente o, persino, del tutto irreversibili (ambito dei “disformismi”). In particolare, la colonna può presentare una deviazione laterale della stessa (tipo nella scoliosi) o una accentuazione o una riduzione di una o più curvature presenti (come nella iperlordosi e nella ipercifosi).

  • Paramorfismi: si tratta di alterazioni posturali reversibili che coinvolgono le articolazioni, i tessuti molli, ossia legamenti e muscoli, indotte molto spesso da cattive abitudini posturali. Propriamente indicati con le diciture “atteggiamento scoliotico, atteggiamento ipercifotico, atteggiamento iperlordotico”, a seconda, come prima specificato, se si tratti di una deviazione laterale della colonna vertebrale o di una accentuazione di una curvatura, possono essere definitivamente corretti grazie all’intervento della fisioterapia.
  • Dismorfismi: sono patologie solo in parte reversibili o del tutto irreversibili che interessano lo scheletro e, quindi, la colonna vertebrale. Queste affezioni, la cui causa spesso non è nota, possono alterare in maniera anche importante non solo la postura di un adolescente ma, in alcuni casi (specie di scoliosi di grave entità), generare problematiche ad argani interni per effetto di compressioni indotte proprio dalle alterazioni della forma della gabbia toracica con, ad esempio, sovraccarichi al sistema cardio-circolatorio, oltre che a contratture, retrazioni e debolezza per mal allineamento a carico della muscolatura della schiena. I dismorfismi più noti sono tecnicamente chiamati: scoliosi, ipercifosi e iperlordosi. A differenza degli “atteggiamenti”, per queste affezioni l’intervento del fisioterapista riesce a contenere, contrastare e limitare le conseguenze negative ma normalmente non permette una risoluzione completa. Anche cercando in altri settori sanitari, non esiste al momento un approccio terapeutico che permetta di far guarire il paziente.

Trattamenti

Compito di noi fisioterapisti è quello di fare una puntuale valutazione del paziente, lavorando, secondo i casi, anche con altre figure professionali come possono essere i medici pediatri, senza mai dimenticare l’importante apporto dato pure dalla famiglia, vista l’età giovane del paziente.

In campo terapeutico, il fisioterapista interviene con:

  • Dare spiegazioni sulla patologia e consigli di vita quotidiana in modo da cercare di correggere fin da subito le errate abitudini;
  • Far svolgere esercizi propriocettivi, di rinforzo e di allungamento per gli arti e per il tronco, utilizzando attrezzi presenti in studio, tavole oscillanti, esercizi a tappetino e con appositi palloni;
  • Far svolgere esercizi correttivi specifici per la postura;
  • Creare delle sequenze di esercizi da eseguire regolarmente al proprio domicilio;
  • Utilizzare tecniche manuali per decontrarre i muscoli.

Per casi più gravi di scoliosi può essere utile intervenire, oltre che con la fisioterapia, anche con un busto. In casi decisamente gravi viene proposto invece un intervento chirurgico di fissazione in modo da non permettere ulteriore progressione.

La salute e la corretta evoluzione psicomotoria degli adolescenti rappresentano un tema particolarmente sentito, non solo dalle famiglie, ma anche dalla Sanità e dalle assicurazioni, per prevenire e curare in tempo problematiche fisiche per il/la bambino /a in crescita, che potrebbero avere delle ripercussioni, non solo sul suo benessere psicofisico, ma anche sulla futura attività lavorativa, non permettendo, magari, una completa autonomia nel poter svolgere il mestiere desiderato.